Le sue ricerche continueranno ad alimentare il dibattito politico italiano e non solo.
Ho conosciuto personalmente Domenico De Masi in occasione di una presentazione del suo libro "Lavoro 2025". Le sue tesi e ricerche hanno influenzato il mio modo di vedere le politiche sul mondo del lavoro.
Il Professor De Masi è conosciuto per i suoi contributi significativi alla ricerca sul lavoro e sulla società contemporanea. Con la sua opera ha influenzato diverse discipline, tra cui la sociologia, l'economia e la psicologia. Grazie a lui oggi si parla di lavoro agile, di coniugazione tempo libero e lavoro, di reddito di cittadinanza e di trasformazioni delle professioni grazie all'innovazione tecnologica.
De Masi, da sempre, sottolineava l'importanza di adattare il mondo del lavoro.
Dai cambiamenti sociali e tecnologici al concetto di un'organizzazione del lavoro più flessibile, dove le persone possano bilanciare meglio le esigenze della vita professionale con quelle della vita personale.
La sua riflessione mirava, con approccio scientifico, a migliorare la qualità della vita dei lavoratori, aumentando al contempo la loro produttività.
Un altro aspetto centrale della ricerca di De Masi è stato il mettere l'accento sulla creatività e sull'innovazione. Ha sostenuto che la società moderna richieda un alto livello di creatività da parte dei lavoratori, ed ha promosso l'idea che l'ambiente lavorativo dovrebbe favorire la libera espressione delle idee e l'innovazione continua.
Fondamentale il suo contributo al Reddito di Cittadinanza ed al Salario Minimo. Cito una sua frase: "Nel 2025 il principale problema sarà quello di sostentare la massa di lavoratori potenziali tenuti ai margini...A causa dell'effetto sostitutivo delle macchine si adotteranno misure integrative e sostitutive del reddito di base che ne assicurino la sussistenza".
Ad oggi, Settembre 2023, tutte e tutti noi vediamo già gli effetti dell'innovazione sul mondo del lavoro, per questo occorre un reddito universale che possa colmare il gap tra chi è rimasto ai margini della società e il surplus generato dalla sostituzione della manodopera con le macchine. Così come bisogna cancellare il "dissidio profondo tra occupati e disoccupati, un motivo di guerra tra poveri".
Oggi non c'è un Salario Minimo e questo ha portato alla nascita di una nuova, ma non recente classe sociale: il lavoro povero. Assistiamo al fenomeno del lavoro sottopagato, allo sfruttamento di lavoratrici e lavoratori ed alla mancata autodeterminazione dell'individuo che, pur prevista dalla nostra Costituzione, tarda ad arrivare nelle politiche governative.
Questo mio personale contributo vuole essere un omaggio ad un grande sociologo, ad una persona dallo spiccato carisma, oltre che ad un ricercatore instancabile.
Grazie Professore, dalle tue opere la politica ha molto da imparare. Buon viaggio!
Francesco Lauria