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Lo Russo in ritardo quando si tratta di salvaguardare il verde pubblico

Velocissimi quando si tratta di assegnare poltrone, in colpevole ritardo quando si tratta di salvaguardare il verde pubblico. È l’amministrazione Lo Russo.

da TorinoOggi:

Gli alberi di corso Mediterraneo stanno morendo: a fine estate si valuterà se abbatterli e sostituirli

Un guasto al sistema di irrigazione, unito alla siccità, ha causato un danno al filare tra via Caboto e Colombo. Una squadra del Comune bagna due volte alla settimana gli alberi, ma non basta

Il sole non concede tregua, le temperature rimangono elevatissime e non piove. Se si aggiungono impianti di irrigazione rotti, il risultato è ben visibile in corso Mediterraneo, dove un filare di alberi sta letteralmente morendo.

Sgomento tra i residenti di via Caboto e Colombo

E’ tanto lo sgomento tra residenti e automobilisti che ogni giorno transitano nel pezzo di corso compreso tra via Caboto e via Colombo: gli alberi, mentre tutto intorno è verde, hanno un colore compreso tra l’arancione e il marrone. Si stanno lentamente spegnendo, senz’acqua.

Impianto di irrigazione fuori uso

Il tema era stato allevato da il capogruppo del M5s, Andrea Russi, che aveva chiesto al Comune se vi fossero in previsione azioni per salvare gli alberi di corso Mediterraneo. Attualmente, come spiegato dall’assessore al Verde Francesco Tresso, visto che l’impianto di irrigazione è fuori uso. Squadre del Comune bagnano gli alberi due volte alla settimana. Un’azione manuale, ma che non sembra portare risultati.

Non appena arrivati i pezzi necessari per riparare il sistema di irrigazione, come confermato dallo stesso Tresso, si procederà con la sostituzione di quelli difettosi. Poi toccherà agli uffici decidere, a fine estate, se tagliare gli alberi di corso Mediterraneo e sostituirli. Intanto, giorno dopo giorno, gli alberi si avviano verso una triste morte.

 

Il verde pubblico abbandonato

Ora che la giunta ha finalmente dato fuoco alle polveri piriche, chissà se troverà il tempo di occuparsi anche del verde pubblico, visto che il deserto continua ad avanzare.
E dal sindaco e dall’assessore con la delega, nessun cenno nè sugli alberi morti in corso mediterraneo, nè su come intendano fronteggiare questa situazione drammatica che ormai perdura da mesi.
Il verde pubblico torinese è una delle risorse più importanti della nostra città e va preservato in ogni modo.

Siccità, situazione drammatica

Queste immagini parlano da sole e rendono bene l’idea della situazione drammatica che stiamo vivendo.

Ho appreso da un cittadino che il Comune ha risposto alla sua segnalazione (la foto sotto) comunicando che l’impianto di irrigazione è guasto e che provvederanno alla rimozione delle piante morte per la siccità.

La domanda che porrò all’assessore competente è che cosa ha fatto, in questi mesi, per salvaguardare il verde pubblico, una delle risorse più preziose della nostra città, considerato che sono mesi, appunto, che Torino registra precipitazioni prossime allo zero.

A giudicare dalla situazione in cui versano queste povere piante, la risposta che temo è ” il nulla più assoluto”. La speranza è che l’amministrazione inizi ad agire e a prendere provvedimenti, prima che Torino si trasformi nel deserto del Sahara.

Cambiamento climatico e posizioni ideologiche

Da qualche giorno 125 Comuni piemontesi sono in stato di emergenza idrica.

Il livello del Po è sceso di quasi tre metri rispetto alla media stagionale e il Sangone, uno dei suoi affluenti, è completamente sparito.

La produzione ortofrutticola è diminuita fino al 50% e si comincia a parlare di razionamenti dell’acqua potabile.

Si tratta della siccità più grave degli ultimi 70 anni, ma già da qualche tempo stiamo entrando in un’epoca in cui fenomeni meteorologici estremi sconvolgeranno sempre più spesso le nostre vite.

Da più di dieci anni ormai il movimento 5 stelle sta portando le tematiche ambientali al centro del dibattito politico e nonostante tutto, anche adesso che gli effetti del cambiamento climatico cominciano a manifestarsi in tutta la loro devastante gravità, la politica non ha il coraggio di portare avanti delle scelte ambientaliste, perché sono impopolari e non portano consenso elettorale.

Solo pochi giorni fa, per esempio, il Sindaco Lo Russo etichettava come ideologiche le posizioni espresse dal segretario del suo partito sul progressivo abbandono dei motori endotermici.

Il nostro pianeta sta soffrendo e ci sta chiedendo aiuto. Bisogna continuare con le scelte coraggiose, senza arretrare di un solo cm.