R.I.P. Torino Arti Performative

Con Lo Russo Torino è Capitale Europea dei tagli alla cultura

Scopro con sconcerto che una delle infrastrutture importanti del mondo della ricerca e dello spettacolo dal vivo torinese verrà tagliata con un colpo netto dall’Assessora alla cultura della Città di Torino Rosanna Purchia: via Torino Arti Perfomative, via 450000 Euro. Questo atto decreta la morte di un organismo a cui le compagnie storiche e nuove potevano fare affidamento per nascere, crescere e presentarsi al suo pubblico attraverso accordi triennali e sostegni a progetti annuali.

Era la porta di ingresso alla professione per il teatro e la danza.

Tap, ex Sistema Teatro Torino era un organismo costruito in più di vent’anni di lavoro sul territorio dall’Assessorato alla Cultura, dal Teatro Stabile di Torino e da tutte le realtà teatrali e performative della città, che costituiscono il tessuto vitale e di innovazione del nostro territorio.

Non trovando spiegazioni immediate e logiche mi dico che la leggerezza con cui questa azione viene fatta (che ricorda l’infelice metafora della motosega utilizzata dal neopresidente argentino ultraliberista Milei) sia probabilmente dovuta a una totale mancanza di conoscenza dello storico culturale torinese e alle attitudini “commissariali” dell’assessora.

Mi piacerebbe spiegare a questa giunta e a questa Assessora-Commissaria che quello che verrà tagliato non è un oggetto che possa essere sostituito in fretta e furia con un bando, è una rete complessa e strutturata che nacque nel 2001 come centro Servizi, per poi proseguire e affinarsi nel Sistema Teatro Torino e rinnovarsi e ampliarsi come TAP – Torino Arti Performative, includendo la danza e accordi triennali.

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Quello a cui si sta assistendo è la morte di un tavolo che ho avuto l’onore di vedere nascere e di cui numerose compagnie e teatri del territorio hanno beneficiato, potrei fare un elenco lunghissimo, ma quasi tutte le compagnie, reti e spettacoli che avete visto sono in qualche modo legate al TAP.

Tap era tante cose. Dedicato alla nascita della nuova creatività, permetteva con le sempre scarse risorse dedicate al teatro da qualsiasi amministrazione, di massimizzare le collaborazioni tra piccoli, medi e grandi, tra strutture partecipate dal pubblico e compagnie private, forniva visibilità a scambi e collaborazioni con un sito dedicato, dava ospitalità in spazi importanti e forniva supporto tecnico, permetteva in sintesi la crescita di quel tessuto culturale di cui tanto si parla, fatto di innovazione ed eccellenza, in un clima cooperativo. Con gli accordi triennali permetteva alle compagnie riconosciute da Regione e Ministero di avere un supporto continuativo dalla Città che a sua volta poteva chiedere loro di accogliere e fare crescere le sorelle più piccole.

Ora tutto questo viene tagliato via da un colpo di motosega senza alcun tavolo preventivo, senza consulto, senza studio, senza ascolto. Una gestione della cultura che rispecchia forse i formidabili tempi meloniani con fulgore ma non la storia del nostro teatro torinese.

Fa parte della politica della motosega il fatto che se ne debba parlare il meno possibile e infatti nella V commissione dedicata non se ne sarebbe nemmeno parlato se non fosse stato per le domande della consigliera Tea Castiglione e per le azioni comunicative di Andrea Russi del M5S Torino.

Silenzio su tutti gli altri fronti. Vi diranno che non è un taglio, ma una “rimodulazione”. Ci saranno i bandi finanziati dai fondi europei a sostituire il TAP. Se avete letto fino a qui ora sapete che questa è una bugia.

I fondi europei non sono una iniziativa strutturale e permanente e finiranno, non hanno a che fare con una struttura che non è fatta di scambi di partite economiche, ma di condivisione e crescita e sostegno reciproco quello di cui Torino ha sempre avuto bisogno.

C’è da chiedersi quale sia la ratio di questo taglio, quanto potessero servire questi 450000 euro a un assessorato che cuba circa 20 milioni l’anno, in un contesto urbano in cui una struttura come il Teatro Regio ne cuba altrettanti. Meno del 2,5%.

Purtroppo La giunta Lo Russo, dopo aumenti di ogni tipo che colpiscono soprattutto le fasce deboli (vedi biglietti del bus) si sta apprestando tagliare con la sua motosega molto più di questo.

Tutto ciò avviene nel quasi totale silenzio generale e in un contesto in cui quasi tutti gli altri capitoli di bilancio non vedono sostanziali economie di spesa, in un clima di apparente Pax sociale a cui il Partito Democratico e tutto il suo corollario di informazione benevola ci hanno assuefatto.

L’aiuto al comparto culturale verrà decurtato di 1.700.000 € tutto questo mentre l’ottimo sindaco annuncia, senza uno straccio di progetto: “Torino sarà Capitale Europea della Cultura”.

Dimenticava di dire “dei tagli alla cultura”.


R.I.P. Torino Arti Performative
Massimo Giovara 2 dicembre 2023
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