Lunedì in Sala Rossa si è discusso il terzo bilancio della Giunta Lo Russo. Un bilancio che, anche quest’anno, pareggia grazie agli effetti benefici di due eventi straordinari.
Da una parte i fondi del PNRR, portati nel nostro Paese grazie al lavoro del Presidente del M5S Giuseppe Conte, che consentono alla Città di eseguire una serie di investimenti necessari, molti dei quali avviati dall’amministrazione Appendino. Dall’altra il Patto per Torino che ha consentito alla Giunta di incamerare risorse, aumentando però tutte le tasse possibili e immaginabili e applicando una serie di misure per lo più vessatorie nei confronti dei nostri concittadini.
Però si tratta, appunto, di due eventi straordinari e già a partire dal prossimo anno queste entrate cominceranno a diminuire. Per quanto riguarda il Patto per Torino, infatti, dopo la maxi tranche da 140 milioni di euro incassata lo scorso anno, l’entrata si riduce a 114 milioni per l’annualità 2024, 97 milioni per il 2025, e 40 milioni per il 2026. La Città avrà dunque sempre meno soldi da spendere. Allo stesso tempo, però, parte di quei soldi dovrà essere usata per coprire quote di disavanzo crescenti, passando dai 23 milioni di euro del 2023 ai 67 milioni di euro del 2025.
La coperta sta cominciando ad accorciarsi
Ciò risulta ancora più evidente se si osserva l’importo della spesa corrente, che corrisponde ai soldi che la Città usa per garantire i servizi, i trasporti, l’educativa scolastica, le manutenzioni, gli sfalci dell’erba, la raccolta rifiuti, il welfare e i servizi sociali, la sicurezza. Se la Città potrà spendere, nel 2024, la cifra di 1 miliardo e 374 milioni, nel 2025 avrà a disposizione soltanto 1 miliardo e 291 milioni di euro. Ben 83 milioni di euro in meno. E’ una situazione che ci preoccupa molto e proprio per questo abbiamo provato, in sede di approvazione del bilancio, a mettere in guardia l’attuale maggioranza e a fare proposte politiche per gestire meglio il budget a disposizione, proprio per non vanificare gli sforzi e i risultati ottenuti dall'amministrazione M5S nel difficile compito di rimettere in sesto i conti. Perché è proprio quando le risorse sono scarse che le scelte politiche riflettono in maniera ancora più evidente la direzione politica che si sceglie di prendere, e la direzione presa dall’attuale maggioranza Lo Russo in molte decisioni non ci piace, in altre ci preoccupa.
Siamo molto preoccupati, per esempio, per una gestione dei conti e delle risorse pubbliche su cui non percepiamo nessuna visione e nessuna lungimiranza. Come sarà possibile, dal 2025, coprire le spese correnti se già adesso, dopo appena due anni dalla firma del patto per Torino e dopo tutti gli aumenti che i Torinesi hanno dovuto subire, si cominciano ad osservare le prime economie di spesa?
Le circoscrizioni avranno a bilancio 485.000 euro in meno rispetto a quanto stanziato nel 2023, e ciò potrebbe tradursi, per esempio, in un taglio sulle manutenzioni del verde pubblico (e pensate ai problemi avuti quest’anno con gli sfalci).
Nonostante le assunzioni, alla fine del triennio avremo circa 200 unità di personale in meno rispetto al 2023, e ciò potrebbe tradursi in ulteriori disservizi. Continuiamo inoltre a vedere una Città in cui il mercato del lavoro è stagnante, che non sa che direzione prendere, che sbandiera ottimismo per un accordo con Stellantis che trasforma Torino in un gigantesco sfasciacarrozze (che viene definito “hub del riciclo”), ma che sposta in Serbia la produzione della Panda Elettrica e che promuove cassa integrazione e uscite incentivate.
Non abbiamo apprezzato per nulla i tagli al welfare e alla cultura.
Per quanto riguarda il welfare, bisogna sottolineare che i fondi che mancano a bilancio sono quelli del “fondo a sostegno delle locazioni”, circa 12 milioni di euro, che non sarà più finanziato dal Governo, e quelli del fondo nazionale per le non autosufficienze, nella cui ripartizione da parte della Regione Piemonte è stata penalizzata la Città di Torino, con 1 milionie e 200 mila euro in meno a bilancio. Però un’amministrazione che ha tra i suoi obiettivi il benessere di tutti i suoi concittadini, compresi quelli più fragili, dovrebbe destinare su questi capitoli di spesa le risorse aggiuntive che ha invece scelto di stanziare su altre voci di bilancio, dimostrando di avere altre priorità.
Relativamente alla cultura, non abbiamo apprezzato il taglio di 450.000 euro a Torino Arti Perfomative, che decreta la fine di un organismo a cui le compagnie storiche e nuove potevano fare affidamento per nascere, crescere e presentarsi al pubblico attraverso accordi triennali e sostegni a progetti annuali. Siamo contrari anche al taglio di 100.000 euro al Polo del ‘900, soldi che sarebbero serviti per individuare finalmente il direttore per il Museo Diffuso della Resistenza, così come richiesto dal Consiglio Comunale attraverso due mozioni di indirizzo.
Non ci piacciono le scelte sull’ospedale alla Pellerina, sul Meisino, sul verde pubblico in generale. Non ci piace la scelta del Sindaco di spendere 67.000 euro dei contribuenti per un evento di autopromozione del lavoro della sua Giunta. Crediamo che sia una spesa eccessiva a fronte dei sacrifici che si trovano ad affrontare i Torinesi. Non ci è piaciuto scoprire all’ultimo, quasi per caso, che il Comune ha inserito nel piano dismissioni Casa UGI per il valore di 1 milione e 700 mila euro. attraverso un emendamento passato sotto silenzio a pochi giorni dall’approvazione del bilancio.
Insomma, noi in questo bilancio vediamo davvero poca attenzione ai conti della Città, che rischia di vanificare il difficile lavoro contabile svolto negli anni precedenti e al di fuori degli interventi del PNRR non riusciamo a comprendere la direzione che Torino sta prendendo, anche al netto delle risorse che nei prossimi anni cominceranno a venire meno. Vediamo però molta continuità con le politiche della Giunta Regionale di centro destra e da mesi sembra che il Sindaco Lo Russo stia facendo di tutto per spianare la strada della riconferma elettorale dell'amico Cirio in un campo che si sta ampliando, ma che vede un fronte ampio contro il Movimento 5 Stelle.
Siamo però riusciti a fare approvare un documento politico che impegna la Città ad utilizzare i proventi della proroga dei dehors straordinari, circa 1.500.000 euro, per reintegrare i capitoli di bilancio relativi agli anziani e alle disabilità e per migliorare la situazione del Mercato di Piazza Foroni, dove i problemi di sicurezza non sono più accettabili.